domenica 1 marzo 2009

*DE SIO / "IL LAUREATO"

The Dreamers Productions
IL LAUREATO
con Giuliana De Sio, Giulio Forges Davanzati, Antonio Petrocelli, Valentina Cenni, Giulia Weber, Paolo Gattini, Luigi Di Fiore
adattamento Terry Johnson dal romanzo di Charles Webb
versione italiana Antonia Brancati, Francesco Bellomo
con soggetti di Calder Willingham e Buck Henry
per concessione di Studio Canal
prodotto originariamenti sulle scene di Londra e di Broadway da John Reid & Sacha Brooks
scene Carmelo Giammello
costumi Teresa Acone
colonna sonora Renato Giordano con brani di Paul Simon & Art Garfunkel
regia Teodoro Cassano

visto a Caserta
Teatro Comunale
marzo 09

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Giudith Robinson, affascinante, lontanea, estranea al mondo che vive intorno a lei, persa nell'alcool, vaga in una sorta di periferia dell'esistenza, come in un acquario popolato da creature che si lasciano vivere, lei sola della sua specie. Il sollievo della fuga, possibile solo in fondo al bicchiere, sembra placare la claustrofobia del conformismo che il vento dei pieni anni '60 tenterà di spazzare via. Anche il giovane Benjamin Braddock, da poco laureato, indifferente ai progetti che i genitori sognano per lui, ha smania di novità e la differenza di età tra i due non argina il caso che li porterà ad essere amanti. Comincia per loro, un confronto di solitudini senza implicazioni sentimentali fino a che Elaine, figlia di lei, entra come terzo incomodo in un rapporto già anomalo che il destino tinge ora di assurdo.
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Spettacolo ovviamente ben fatto. Operazione commerciale ovviamente ben preparata. Pubblico ovviamente felice, allegro e plaudente.
Ma a cosa serve una cosa del genere? Chi ne sente il bisogno? Cosa la distingue da un supermercato o da una industria metallurgica o da un negozio griffato nella via più esclusiva del centro?
La De Sio è anche brava, non è questo il problema. Tuttava Pippo Baudo, intervistandola qualche giorno fa, più che farle i complimenti per le qualità artistiche, ha voluto sottolineare - una mezza dozzina di volte - quanto fosse stata splendida nella scena di nudo.
Ora penso che, magari, un'attrice preferirebbe che si dicesse altro del lavoro che svolge. E comunque la De Sio, nelle varie interviste relative allo spettacolo, usa la sua solita spocchia non tanto per riaffermare la propria statura d'attrice ma, più che altro, per dichiarare quanto si senta sexy e quanto si senta cattiva.
Boh. Io non me la sento di condannare questo lavoro. Però certo non lascerebbe traccia di sè neanche su un tappeto di zucchero a velo.