venerdì 16 gennaio 2009

giovedì 15 gennaio 2009

*BROOK-BECKETT / FRAGMENTS

Théatre des Bouffes du Nord
FRAGMENTS
(Rough for Theatre I, Rockaby, Act Without Words II, Neither and Come and go)
testi Samuel Beckett
regia Peter Brook
Con Jos Houben, Marcello Magni, Kathryn Hunter
assistente alla regia Marie Hélène Estienne
luci Philippe Vialatte
Milano, Teatro Studio
dicembre 07

ripresa:
con Hayley Carmichael, Antonio Gil Martinez, César Sarachu
Lecce, cantieri teatrali Koreja
30-31 gennaio 2009


Non su questo blog. Ma ne avevamo parlato a suo tempo.
E sarà comunque il caso di spendere ancora qualche parola su un lavoro che torna in scena per un nuovo giro di tournee italiana.
Il cast-attori è stato completamente rinnovato: non uno dei protagonisti visti a Milano poco più di un anno fa, partecipa a questo nuovo allestimento.
E dunque sospendiamo ogni giudizio e riflessione in merito. Con un'eccezione: Kathryn Hunter nel vecchio allestimento era assolutamente strepitosa; Hayley Carmichael, brava ma brava in un Cymbeline dei Kneehigh Theatre cui ho assistito in Cornovaglia un paio d'anni fa, avrà un compito gravoso.

Certo, a pensarci bene, appare proprio fuori luogo usare l'aggettivo tipico del teatro italiano - gravoso, per l'appunto - per un inno - sconcertante a tratti - alla Leggerezza con la L maiuscola; con una L colorata, oltre che maiuscola; colorata di blu o di ogni altro colore che vi faccia pensare alla leggerezza delle altezze.

Fragments magari non sarà il capolavoro di Brook; e magari non conterrà neanche il meglio di Beckett. Ma qui
voliamo talmente sopra la media che, anche fosse, non ce ne accorgeremmo.

Questo è teatro. Questo è teatro. Questo è teatro.
E finchè non si ha l'occasione di vedere qualcosa per cui si possa affermare "Questo è teatro", non si capirà mai fino in fondo che gran parte di tutto il resto "non lo è".
Questo è uno di quegli spettacoli potenzialmente in grado di annientare, per pura evidenza del confronto, alcune tonnellate di merda nostrana.

Fate un esperimento, se avete le palle. Provate a vedere questo Brook; e poi, entro un paio di giorni, costringetevi ad assistere ad uno spettacolo di... boh... G.A.; o di S.L.M.; o di uno qualsiasi del loro clan. E poi venitemi a dire se qualcosa si muove. Venitemi a dire se sia possibile non avere impulsi omicidi.

domenica 11 gennaio 2009

Scappo. Che inizia Centovetrine.

Diario
CHE "SPETTACOLO" ORRENDO...
E come vi avevo detto ieri sono andata a teatro...con alcune classi e professori...mi aspettavo fosse una cosa orrenda...e invece mi sbagliavo...è stato ancora peggio di quello che mi aspettavo :-)non vi posso nemmeno raccontare l'"opera"...perchè non ho capito proprio niente...parlavano un po' in italiano antico,un po' in latino (wow)...e un po' in inglese...ma che roba è?!sarà che non sono una tipa da teatro,però...E pensate che il professore ci dovrà pure interrogare...beh...vorrà dire checercherò di scaricarmi qualcosina da internet...Adesso scappo che inizia "CentoVetrine"...un kiss grosso grossoEle
(http://eleony.ilcannocchiale.it/)

sabato 10 gennaio 2009

Billy Elliot a Londra (postilla)

Io vomito quando sento una presentazione letta in questo modo osceno.
Io vomito quando entra la maestra di danza.
Io vomito quando la maestra di danza parla con l'allievo.
Io vomito.

E' ancora lecito, in questo paese, vomitare?
E dichiarare i propri conati?




Billy Elliot a Londra

Non mi piacciono i musical.
Però, dovendo fermarmi per quattro giorni a Londra, ho deciso di dedicare una delle mie serata a Billy Elliot, commedia musicale famosa anche in Italia soprattutto per l'omonimo film.

Inizio davvero a pensare che, superato il livello-nicchia, i generi non contino più. E che davvero il teatro - ma tutto - sia di livello oppure no.

Questo spettacolo, ad esempio, che oltre ad essere un musical, è anche un tantinello moralista, un po' sospiroso e, quà e là, perfino furbettino. Ma è bellissimo. Bellissimo.

Ho fintodi schiarirmi la voce dietro ad un fazzoletto di carta un paio di volte. In realtà stavo asciugando l'inizio di un paio di lacrimucce.

L'identità segreta di chi scrive, tra i molti difetti, ha il pregio di consentire certe confessioni.



lunedì 5 gennaio 2009

l'apoteosi

Rai 1, Uno Mattina di oggi, 5/1/2009.
Ospiti in studio Pier Francesco Pingitore e Manila Nazzaro, ex Miss Italia.
All'intervistatore che le chiede cosa significhi recitare al Bagaglino, la Nazzaro risponde:

"Dopo 10 anni di teatro, per me è l'apoteosi arrivare su un palco così importante"

Mentre rilascia questa affermazione, vengono mandate in onda foto del genere:


giovedì 1 gennaio 2009

intervista ad una giovane attrice (l'impallamento)

Nessun giudizio, da parte mia. Non esplicito, almeno.

Ogni volta che io interpreto un personaggio qualcosa del personaggio rimane in me, anche perché si usano le nostre corde emozionali e si mettono al servizio del personaggio però poi la linea di confine è talmente sottile che molto spesso il personaggio impara qualcosa da te e tu impari qualcosa dal personaggio quindi almeno per quanto mi riguarda ogni giorno sono una persona diversa perché ogni personaggio che acquisisco mi arricchisce; è una grossa palestra anche per il modo di pensare perché spesso ti rimane anche qualche forma mentis che senti affine e la usi. (...) È molto più difficile che un attore di cinema che non ha basi di teatro faccia teatro piuttosto che un attore di teatro faccia cinema; perché l’attore di teatro fa sempre prima a togliere, per un attore di cinema entrare a teatro vuol dire acquisire delle tecniche specifiche, i movimenti sono molto più grandi c’è “l’impallamento”, sai che ti devi spostare altrimenti “impalli” (copri lo spazio in scena) l’altro collega, i tempi… e poi lì è dal vivo e una volta fatta non è che si torna indietro, se capita di sbagliare bisogna anche essere pronti ad inventare qualcosa che metta una toppa all’errore. Anche se l’opinione comune pensa esattamente l’opposto, metti un attore di teatro al cinema e oddio come recita, in realtà l’attore di teatro se è valido ha l’intelligenza di togliere anche se ovviamente deve essere guidato. [da http://fuoriblog.blogspot.com/]

impallàre v.tr. 1 TS giochi, nel biliardo, collocare la propria palla in modo tale che l’avversario non possa colpirla direttamente senza abbattere i birilli o colpire il pallino 2 TS spett., nel gergo televisivo e teatrale, coprire qcn. o qcs. alla vista degli spettatori, con la telecamera o altro supporto tecnico .