domenica 7 ottobre 2007

*MICOL-MACCALLINI / "L'OSSO D'OCA"

L'OSSO D'OCA
una novità assoluta di Giuseppe Manfridi
con Pino Micol e Bruno Maccallini
regia di Francesco Branchetti
scena e costumi di Riccardo Perricone
musiche originali di Antonio Di Pofi
disegno luci di Marco Maione
visto a Roma
Teatro della Cometa
ottobre 07
---------------
1924. Durante i giorni di degenza trascorsi in un ospedale di Bruxelles, Giacomo Puccini conosce Nino Salvaneschi, melomane cieco, anch'egli ricoverato nello stesso ospedale. I due stringeranno una profonda amicizia.
---------------
E meno male che si tratta di una novità assoluta. Questo è lo spettacolo più vecchio che abbiamo visto negli ultimi dieci anni. Prosa di mestiere, costruita su uno schema semplice e solido, senza grandi cadute e senza alcun picco. Uno spettacolo comunque polveroso, stanco e, in fin dei conti, inutile. Se fosse stato messo in scena, così com'è, a cavallo tra Otto e Novecento, pensiamo che spettatori più attenti di quelli che oggi strisciano in posti come La Cometa, l'avrebbero accusato di essere troppo reazionario.
Non si tratta di politica, ma di stile.
Va detto che quando la scena vira sui territori della commedia brillante, lo spettacolo sembrerebbe poter reggere. Ma sono attimi.
Gli attori sono da salvare. Micol ogni tanto gigioneggia troppo, ci sembra; ma è bravo e ha esperienza. Maccalini, d'altro canto, costruisce un personaggio molto bello, accurato, tenerissimo. Ma il testo, oltre a non funzionare, risulta essere straordinariamente prevedibile.
Si pensi al monologo finale. Tutti in sala sapevano, dopo non più di cinque minuti di spettacolo, che la piece si sarebbe chiusa con un monologo del genere. Un monologo patetico; nel senso peggiore del termine.

Nessun commento: